Il Crocifisso
Leggendo vari commenti e opinioni sulla sentenza della Corte di Strasburgo, che considero un ennesimo tentativo di imporre un totalitarismo culturale laicista, ho trovato in rete questo commento scritto da "daniela", che mi è piaciuto. Lo ripropongo qui.
Se questa sentenza servisse a farci uscire dal torpore e dall’apatia alla quale noi Cattolici Cristiani ci siamo abituati, allora ben venga. Naturalmente ci sentiamo toccati sul vivo e siamo scandalizzati e offesi perché ci vogliono togliere il Crocifisso dalle scuole, il segno della nostra identità, la nostra radice culturale e storica... mi chiedo perché allora non ci siamo altrettanto scandalizzati ma abbiamo accettato passivamente che passassero leggi sul divorzio, sull’aborto o l’eutanasia, le unioni di fatto e figli in provetta .. e mi chiedo anche quanti “cattolici cristiani” hanno votato “pro” in nome di una libertà individuale. Quello a cui nel tempo abbiamo già rinunciato passivamente è molto di piu’ che togliere oggi il Crocifisso in un’aula.
LUI è il simbolo della nostra identità e io soffro al pensiero che una persona qualsiasi, nel rivendicare il suo diritto alla libertà, abbia trovato il consenso per spazzare via duemila anni di tradizione, Ma i valori nei quali diciamo di credere, quelli non dovremmo permettere a nessuno di toglierceli e invece riusciamo ad accettare continui compromessi. Dovremmo pretendere che i nostri figli, in quelle stesse aule dove si vuole togliere il Crocifisso, non vengano continuamente bombardati da messaggi di propaganda politica camuffati da educazione e cultura. Dovremmo domandarci cosa avviene nelle aule, cosa studiano, cosa leggono, cosa imparano, cosa ascoltano. Dovremmo pretendere insegnanti qualificati, anche culturalmente (accade sempre piu’ di rado) che sappiano allenare le menti a scelte responsabili e coerenti proponendo valori fondamentali sulla vita e sulla giustizia: il Crocifisso è un modello (per me l’assoluto) e non rappresenta certo un’offesa ma un’occasione di dialogo, di confronto e di crescita anche per l’ateo. E invece noi, scandalizzati oggi dalla sentenza, esprimiamo solo la nostra pochezza. La nostra fede si riduce spesso piu' ad un’abitudine che un credo e in qualità di genitori rischiamo di trasmetterne sempre meno ai nostri figli.
Nel caso in questione mi viene poi il sospetto che queste persone che oggi vogliono eliminare il Crocifisso non siano nè laiche nè atee ma appartengano semplicemente a satana: per sentirsi minacciati e limitati nella loro libertà dal simbolo del Crocifisso vuol dire che quel simbolo lo riconoscono e lo vogliono combattere! Chi non crede non può sentirsi minacciato da ciò di cui nega l'esistenza. Lottando contro il Crocifisso non si afferma la libertà di culto ma la propria appartenenza a qualcuno che da sempre lo combatte.
Tags: crocifisso, corte di strasburgo