Convegno AC: Rifiutare l'illegalità, impegnarsi per la giustizia
Sabato 23 gennaio alcuni aderenti dell'Azione Cattolica parrocchiale hanno partecipato al convegno dell'Azione Cattolica del Lazio tenutosi a Roma al Campidoglio dal tema "Rifiutare l'illegalità, impegnarsi per la giustizia".
Ad aprire i lavori è stato mons. Lorenzo Chiarinelli, vescovo di Viterbo e vicepresidente della Conferenza Episcopale del Lazio, il quale ha ricordato il forte impegno della Chiesa per la giustizia, stimolando all'assunzione di nuovi atteggiamenti sociali. Successivamente nell'intervento del procuratore di Tivoli Luigi De Ficchy, già sostituto alla procura nazionale antimafia che annovera tra le sue più brillanti operazioni quella che portò allo smantellamento del cosiddetto gruppo della Magliana, ha sottolineato come sia improprio parlare ancora di infiltrazioni mafiose o definire la presenza della criminalità organizzata nel Lazio come un'emergenza, perché sono ormai 30 anni che si ha una presenza organica della mala che per giunta non è più solamente quella gestita da malviventi provenienti da altre regioni ma ora soprattutto da personaggi nati e vissuti nella nostra regione.
È continuato il confronto con gli interventi del sociologo Roberto Cipriani che invitava all'attenzione anche sulle cause che fanno prosperare l'illegalità quali ad esempio la corruzione nella pubblica amministrazione. Alla luce poi di questo intervento è intervenuto Bruno Astorre presidente del consiglio regionale del Lazio che ha voluto sottolineare l'impegno della Regione nell'attività di contrasto alle mafie e nella gestione dei beni confiscati alle mafie.
Concludeva l'incontro il presidente nazionale dell'azione cattolica Franco Miano che ricordando la figura di Vittorio Bachelet affermava che "il contrasto più deciso all'illegalità è una costante formazione delle coscienze che veda attive tutte le agenzie educative".
Moderatore del convegno è stato il giornalista Rai Giovanni Aversa che in conclusione affermava che si avrebbe bisogno di un maggior impegno da parte di tutto gli organi di informazione in cui il giornalista torni a svolgere un serio lavoro di inchiesta e non solo di descrizione dei fatti.
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