Preparazione e celebrazione del Battesimo
I bambini vengono battezzati nella fede che professano i loro genitori e nella fede della Chiesa che ne è madre e nutrice. I genitori sono i primi responsabili della scelta di battezzare i propri figli. La Chiesa condivide con loro la scelta e se ne fa carico.
Battesimo e parrocchia
Il Battesimo deve essere preparato e di norma celebrato nella parrocchia territoriale dove abita la famiglia.
Non è lecito, salvo dispensa dell’Ordinario, celebrare il Battesimo in clinica, in case private, in cappelle, oratori, chiese anche aperte al pubblico che non siano parrocchie.
I parroci esortino con amorevolezza e pazienza i genitori a scegliere per il Battesimo la parrocchia dove risiedono o quella che abitualmente frequentano.
I genitori primi responsabili
I genitori sono i primi responsabili della educazione cristiana dei figli. Loro dovere è quello di richiedere il Battesimo, al più presto, dopo la nascita e comunque entro le prime settimane (can 867).
Il parroco, si premurerà di verificare se ci sono le condizioni per battezzare lecitamente il bambino e concorderà con i genitori le date e gli orari degli incontri di preparazione previsti.
Il can 868 pone in chiara evidenza le condizioni per il battesimo:
- Che i genitori o almeno uno di essi o chi tiene legittimamente il loro posto, consenta al Battesimo.
- Che vi sia fondata speranza che il bambino sarà educato nella religione cattolica.
- Il bambino di genitori cattolici o non cattolici in pericolo di morte è battezzato lecitamente anche contro la volontà dei genitori.
Nel caso che a richiedere il Battesimo per i loro figli siano genitori che vivono situazioni matrimoniali irregolari davanti alla Chiesa o manifestano difficoltà di fede, si valuti con prudenza e pedagogia pastorale, se vi sia la fondata speranza che il bambino potrà essere educato cristianamente.
Si ricordi che i bambini sono battezzati nella fede della chiesa, fede che può vivere anche nei genitori separati, conviventi, divorziati risposati… Nel caso si nutrano forti e motivati dubbi che non ci sia fondata speranza che almeno uno dei due genitori, possa educare il figlio nella religione cattolica, si valorizzi il ruolo del padrino o della madrina o di un parente prossimo o di una persona qualificata della comunità che si fa garante, con il consenso dei genitori, di tale impegno.
Quando anche tali possibilità vengano meno, si potrà differire il Battesimo, offrendo ai genitori concrete vie di accompagnamento pastorale, in spirito di accoglienza e di amicizia, per prepararsi alla celebrazione, con maggiore serietà e ponderatezza.
In tale caso tuttavia, prima di comunicarlo ai genitori, il parroco, sottoporrà il caso al Vescovo e ne accoglierà le disposizioni.
I genitori conviventi, sposati solo civilmente, ai quali nulla impedisce di regolarizzare la loro unione, siano aiutati a riconoscere la loro posizione e a intraprendere anche dopo la celebrazione del Battesimo, un cammino che li conduca, con scelta libera e motivata, a tale regolarizzazione.
Il padrino e la madrina del Battesimo
Ogni battezzato può avere solo un padrino o una madrina oppure anche entrambi (Can. 873: Si ammettano un solo padrino o una madrina soltanto, oppure un padrino e una madrina).
Il padrino e la madrina del Battesimo devono aver compiuto i sedici anni, essere cattolici e aver ricevuto i sacramenti del Battesimo e della Cresima. Inoltre occorre conducano una vita conforme alla fede e all’incarico che assumono (cfr Can 874).
Pertanto i conviventi, i divorziati (a meno che abbiano dovuto accettare o subire il divorzio, da loro non voluto), divorziati risposati, gli sposati solo civilmente, non possono essere ammessi a fare da padrini.
La dichiarazione che il padrino e la madrina sono chiamati a sottoscrivere, in coscienza, sia preceduta da un serio e disteso incontro con il parroco o il catechista, in modo da far comprendere loro il significato spirituale dell’incarico e gli obblighi che ne conseguono.
Si invitino i genitori a scegliere i padrini con oculatezza pensando innanzitutto al bene spirituale del bambino.
La celebrazione del Battesimo
Anche se il Battesimo può essere celebrato in qualsiasi giorno, si raccomanda tuttavia che ordinariamente venga celebrato la Domenica, per manifestare così il carattere pasquale del sacramento e l’accoglienza della comunità.
La celebrazione del Battesimo non manchi, se possibile nella Veglia pasquale.
È opportuno anche celebrare il Battesimo durante la Messa domenicale, purché non avvenga troppo di frequente, a scapito dell’identità stessa delle singole celebrazioni.
Si privilegi inoltre la celebrazione comunitaria.
Non si celebri due volte il sacramento nella medesima chiesa e nello stesso giorno se non per giusta causa.
La celebrazione sia gioiosa e dignitosa e sia fedele alla dinamica propria del Rito liturgico, pur con i possibili adattamenti. I gesti, le preghiere, i segni siano veri e manifestino con chiarezza ciò che esprimono. Il rito sia accompagnato da sobrie monizioni che permettano ai partecipanti di comprendere via via il significato dei vari passaggi e momenti.
È opportuno che durante la preparazione con i genitori e i padrini si affronti anche il discorso dei fotografi e cineoperatori in modo che ogni eventuale intervento durante la celebrazione sia discreto, non invadente e non disturbi il raccoglimento dell’assemblea e la preghiera.
La celebrazione del Battesimo non comporta alcun compenso. Si invitino comunque i genitori a ricordarsi dei poveri, secondo le modalità che riterranno più opportuno.
(cf. Nota del Consiglio episcopale della Diocesi di Roma, dell’1 luglio 1997)