Come comportarsi in chiesa
COME COMPORTARSI IN CHIESA DURANTE LA MESSA
Suggerimenti del Diacono Pasquale Esposito
Note iniziali
- Prima di entrare in chiesa assicurati di essere vestito/a decentemente (evitando, ad esempio, abiti scollati, pantaloncini troppo corti).
- Spegni il cellulare.
- All'ingresso fa' bene il segno della croce con l'acqua benedetta (ricordo del battesimo). Sappi che non è corretto baciarsi la mano dopo il segno di croce.
- Cerca di localizzare il Santissimo/Tabernacolo/Ciborio e fai la genuflessione in quella direzione. Se arrivi in anticipo recati davanti al tabernacolo prega in ginocchio.
Partecipazione alle preghiere:
-
- unisci la tua voce senza farla sentire più di quella degli altri;
- non anticipare e non ritardare ma vai a tempo con gli altri;
- durante tutte le preghiere previste nelle varie parte della messa l'assemblea rimane in piedi perché al Signore ci rivolgiamo sempre stando in piedi o, quando previsto, in ginocchio.
Partecipazione ai canti: vale quanto detto per le preghiere; si partecipa a tutti i canti compreso quello finale.
- abituati a portare i bambini educandoli alla preghiera, sorvegliandoli perché non disturbino, abituandoli a non masticare gomme o caramelle;
- accendendo una candela riscaldi il tuo cuore con la fede e la preghiera;
- evita di parlare, se sei obbligato fallo sottovoce. Ricordati che in chiesa si sta in religioso silenzio;
- la celebrazione inizia 5 minuti prima dell'uscita del sacerdote; in questo breve tempo resta in silenzio e prega. Puoi anche leggere il "Foglietto". Predisponiti all'ascolto liberando la mente dai vari pensieri. Usa questo tempo per chiedere perdono a Dio per i peccati commessi dall'ultima confessione;
- tutte le volte che passi davanti all'altare, fermati e china leggermente la testa;
- il sacerdote o il diacono da', normalmente, il benvenuto alla celebrazione con una breve introduzione sulle letture del giorno. L'introduzione, detta anche "ambientale", può essere fatta subito dopo il segno della croce nel rito di introduzione di seguito descritto;
- la messa è divisa in 2 parti: La Parola, con l'uso dell'ambone, ovvero "Altare della Parola" e "L'Eucaristia" con l'uso della "Mensa Eucaristica". I due altari hanno pari dignità. Il tempo di durata è uguale per le due parti. La prima parte è preceduta dal "Rito di Introduzione" che inizia con il canto d'ingresso per accogliere il celebrante e la eventuale processione di ministri e ministranti.
Rito di introduzione
Serve per preparare l'assemblea, ecco perché dobbiamo arrivare in tempo utile. Le parti che compongono il rito sono:
- Introito: In piedi e partecipando al canto d'ingresso si accoglie il presbitero che si reca verso l'altare. Il rito ha lo scopo di far sentire i fedeli una comunità e predisporli all'ascolto della Parola.
- Saluto: all'altare, che i ministranti salutano con un inchino mentre il sacerdote e diacono lo baciano, e al popolo.
- Atto Penitenziale: il sacerdote o un altro ministro può fare una brevissima introduzione alla Messa del giorno (meglio se viene fatta prima di iniziare il canto d'ingresso) quindi il celebrante invita all'atto penitenziale; tutta l'assemblea si confessa (dal profondo del cuore chiedi perdono a Dio per i peccati commessi).
- Kyrie Eleison: può essere cantato o recitato.
- Il Gloria: inno antichissimo, cantato o recitato, per glorificare e supplicare Dio Padre e l'Agnello (lo si esclude nel tempo di Avvento e Quaresima). Durante il Gloria cerca di vedere Gesù presente accanto a te nel suo splendore.
- Colletta: orazione che conclude il rito di introduzione; esprime il carattere della celebrazione. Il popolo si unisce alla preghiera dando il suo assenso con l'Amen.
Liturgia della Parola
Dopo la preghiera di "colletta" ci sediamo per ascoltare la Parola di Dio cercando di capire che cosa vuole dire il Signore ad ognuno di noi. Nei momenti che la precedono chiedi allo Spirito Santo di aprirti il cuore e la mente per ascoltare, capire e far tuo quanto ascoltato e che la Parola dia frutto. Isaia ha detto che la Parola non ritorna a Dio senza lasciare qualche frutto nel tuo cuore. Cerca di ricordare per tutto il giorno il messaggio che ti ha colpito di più delle letture o dell'omelia.
Proclamazione della Parola:
- I lettori, che si sono preparati accuratamente il brano da leggere, si presentano insieme davanti al sacerdote e, chinando leggermente la testa, chiedono la benedizione: "Ci benedica padre"; farsi il segno di croce, alla fine della benedizione, terminando con un "amen". Se il sacerdote non usa benedire, i lettori si portano davanti all'altare chinando la testa. Non portare il foglietto sull'ambone (altare della Parola).
- Mai leggere quello scritto in rosso perché si tratta di istruzioni o quello scritto in nero a caratteri piccoli. Il libro che trovate sull'ambone si chiama Lezionario.
- L'assemblea, senza leggere il foglietto, ascolta in assoluto silenzio la Parola che viene proclamata, sapendo che è Dio che sta parlando non agli altri ma ad ognuno di noi.
- Il 1° lettore proclama la 1^ lettura e, dopo una breve pausa, dice: Parola di Dio; l'assemblea risponde: rendiamo grazie a Dio.
- Il 2° proclama il salmo che, almeno nel ritornello, dovrebbe essere cantato; quando i lettori sono 2 il primo proclama anche il salmo.
- Il 3° proclama la seconda lettura come ha fatto il 1°; se non c'è il coro intona l'alleluia insieme all'assemblea, che si alza in piedi, e poi legge il versetto; e, mentre l'assemblea canta il 2° alleluia, raggiunge gli altri due lettori con i quali ritorna al proprio posto. Se passano davanti al presidente dell'assemblea (il celebrante) fanno insieme un leggero inchino con la testa. L'alleluia si canta sempre ad eccezione del periodo quaresimale.
- Durante la proclamazione delle letture e del salmo il popolo resta seduto.
- La proclamazione del vangelo (distinta dalle altre letture con particolari onori) è affidata al diacono, quale ministro della Parola; in sua assenza viene proclamato dal sacerdote. In chi proclama il vangelo è presente Cristo. Ecco perché l'assemblea alla fine non risponde "Rendiamo grazie a Dio" ma "Gloria a te o Signore"; Se presiede un vescovo o cardinale il lezionario viene portato al celebrante. L'assemblea rimane in piedi sino alla benedizione e poi si siede per ascoltare l'omelia. I fedeli con le acclamazioni riconoscono e professano che è presente Cristo e parla a loro.
- Durante l'omelia non si chiacchiera e non ci si distrae, si ascolta attentamente perché il Signore ci sta parlando ancora servendosi di un suo ministro.
- Il Signore ha terminato di parlarci. Tocca ai presenti rispondere, come a dire: Signore, ho ascoltato quello che volevi dirmi e ti dichiaro la mia fede.
- Professione di fede: l'assemblea si alza, contemporaneamente al celebrante, per recitare il Credo (alle parole "E per opera dello Spirito Santo... e si è fatto uomo" si tiene il capo chinato). Il popolo fa propria la Parola e vi aderisce con il Credo.
- Preghiera universale: detta anche preghiera dei fedeli, dovrebbe essere "raccolta" e letta dal diacono in base alle necessità dell'assemblea, anche se normalmente è un lettore che la legge dal foglietto. Non è obbligatorio leggerla dall'ambone può anche essere letta dai fedeli rimanendo al proprio posto. Le preghiere, in questo momento della messa, stanno a significare che i presenti hanno ascoltato, fatto proprio il messaggio ricevuto da Dio, aderito con il Credo e si sentono degni di fare alcune richieste al Signore. Lo schema per queste preghiere è:
1) Per le necessità della Chiesa;
2) per i governanti e la salvezza di tutti;
3) per coloro che si trovano in necessità;
4) per la comunità locale.
Nelle celebrazioni particolari come la Confermazione, Matrimonio, Esequie, le intenzioni si possono adattare alla circostanza.
Liturgia Eucaristica
Sappi che la celebrazione della Santa Eucaristia è il più grande dei miracoli.
La Chiesa presenta il Sacrificio della Croce che di fatto fu istituito da Cristo. Il sacerdote, nel quale è presente Cristo Signore, ripete tutto ciò che fece Gesù nell'ultima cena. Di fatto l'Eucaristia nasce in quel momento, quando Gesù alla fine disse agli apostoli: "Fate questo in memoria di me".
Preparazione dei doni/Offertorio
Inizia con la preparazione della mensa a cura del diacono (in sua assenza, il presbitero) assistito dai ministranti. Sulla Mensa Eucaristica vengono messi:
- Corporale (tovaglietta inamidata in lino) con sopra:
- Purificatoio (tovaglietta per purificare pisside e calice)
- Pisside contenente le ostie (pane) da consacrare (normalmente portata con "Processione Offertoriale"); calice con vino, portato come per il pane, nel quale il diacono, pregando (acqua e vino sia simbolo dell'unione tra i fedeli e Gesù) mette alcune gocce di acqua: sangue ed acqua usciti dal costato di Cristo crocifisso. Eventuali altri doni dei fedeli per i poveri, nonché offerte in denaro, vengono messi ai piedi dell'altare. Durante questa operazione si esegue il canto all'offertorio.
- Messale, sulla sinistra del corporale, (nelle solennità e tutte le volte che viene usato l'incenso, il messale si appoggia dopo incensazione). Incensare offerte, celebrante e fedeli significa che tutto si innalza come l'incenso al cospetto di Dio.
In questa fase ogni fedele offra se stesso (esempio: Signore ti offro ciò che sono, con i miei difetti, i miei peccati, le mie pene, i miei dolori. Benedici i miei nemici, coloro che sperano nelle mie preghiere, la mia famiglia; porta la pace nel mondo, insegnami ad essere umile e a riconoscerti in tutte le persone che soffrono, ecc.). In questa fase il nostro angelo custode è con noi, affidiamo a lui il compito di portare all'altare la nostra personale offerta. Se siamo distratti o pensiamo ad altro è come non essere presente, meglio stare a casa.
Alla fine il sacerdote si lava le mani recitando una preghiera come desiderio di purificazione interiore; quindi invita i fedeli, che si alzano in piedi, ad unirsi a lui nella preghiera e pronuncia l'orazione sulle offerte. C'è molta confusione sul momento in cui ci dobbiamo alzare; è bene che si sappia che ci alziamo in piedi al momento in cui il celebrante lo chiede. Quando diciamo "Il Signore riceva dalle tue mani ..." stiamo pregando e le preghiere rivolte al Signore si fanno stando in piedi.
Ha inizio ora il momento centrale e culminante della celebrazione con la...
Preghiera Eucaristica
Il celebrante si rivolge al Padre per mezzo di Gesù Cristo. Questa preghiera sta a significare l'unione dell'assemblea con Cristo per magnificare le opere di Dio.
In questa parte avviene la santificazione del pane e del vino, ovvero "La Transustanziazione" che significa trasformazione del pane e del vino in corpo e sangue di Gesù Cristo:
- il sacerdote presenta al Signore il pane e poi il vino; quando dice: Pregate fratelli ... L'assemblea, in piedi, dice: il Signore riceva dalle tue mani...
- segue la preghiera eucaristica vera e propria che prevede:
1) l'azione di grazia che si esprime nel Prefazio (anticipazione – preannuncio);
2) l'acclamazione, mediante il Santo (Sanctus), cantato o recitato da tutta l'assemblea; inizia con "il Signore sia con voi". Nell'Apocalisse S. Giovanni dice che in paradiso i santi sono presenti davanti a Dio Padre a all'Agnello in vesti bianche come in una liturgia perenne, esattamente la stessa liturgia alla quale stiamo assistendo e nulla ci vieta di pensare che tutti siano presenti nella chiesa dove siamo noi;
3) l'epiclesi - invocazione dello Spirito di Dio per santificare i doni. La Chiesa invoca lo Spirito anche perché la comunione che stiamo per prendere giovi per la nostra salvezza;
4) il racconto dell'istituzione o memoriale; non si rinnova il sacrificio di Cristo vittima ma è l'assemblea che idealmente si riporta all'ultima cena per assistere a quanto avvenuto. Ripetendo le stesse parole e gesti di Cristo il sacerdote consacra e termina con le parole "Fate questo in memoria di me". In questa fase chi può si metta in ginocchio guardando l'altare: testa alta all'elevazione e chinata quando il sacerdote si genuflette; chi non può resti in piedi eseguendo gli stessi movimenti della testa. Il memoriale termina con le parole "Mistero della fede". L'assemblea risponde: "annunciamo la tua morte, Signore ..." nel periodo Quaresimale e Pasquale si dice "Tu ci hai redenti con la tua croce ... ".
5) L'Anamnesi: a questo punto la Chiesa celebra la memoria di Cristo ricordando la passione, risurrezione e ascensione.
6) L'Offerta: il popolo di Dio che sta partecipando offre al Padre la vittima immolata. Ognuno offre se stesso unito al Papa, Vescovo e tutti i fratelli nella fede perché Dio sia tutto e in tutti noi.
7) L'Intercessione: tutti i presenti chiedono che l'Eucaristia sia celebrata in comunione con la Chiesa Universale (compresa quella del cielo), che l'offerta sia per tutti i membri compreso i defunti (nelle varie occasioni si chiede intercessione per battezzati, prima comunione, cresimati, sposi, ecc.).
8) Dossologia (forma liturgica di lode a Dio): glorificazione di Dio con elevazione del corpo e del sangue: i celebrante dice: "Per Cristo, con Cristo e in Cristo..." l'Assemblea risponde: "Amen!".
Termina qui la preghiera eucaristica.
Rito di Comunione
- Preghiera del Signore (in piedi). Il sacerdote: "Obbedienti alla parola del Signore ..." Si canta o si recita il Padre Nostro, tutti in coro rispettando tempi e timbro di voce. Alla fine il sacerdote aggiunge (Embolismo) ovvero la richiesta di liberaci tutti dal male: "Liberaci, o Signore, ... e il popolo risponde (Dossologia): "Tuo è il regno ..."
- Rito della pace: senza muoversi dal posto, si effettua solo con i fratelli vicini.
- Frazione del pane: ora diventiamo un solo corpo unito a un solo pane di vita.
- Immixtio: il celebrante mette nel vino una piccola porzione dell'ostia.
- Agnello di Dio: mentre si compie la frazione del pane e l'immixtio tutti cantano l'agnello di Dio.
- Preparazione alla comunione: ognuno si prepari, pregando in silenzio, per ricevere il corpo di Cristo.
- Presentazione del corpo eucaristico e del sangue ai fedeli: "Beati gli invitati ..." l'assemblea risponde: "O Signore, non sono degno di partecipare ..."
- Comunione: si comunica prima il sacerdote, poi il diacono, eventuali concelebranti e ministranti, quindi i fedeli. Mentre si comunica il celebrante e durante tutto il rito, si esegue un canto che ha lo scopo di unire tutti i comunicandi, dimostrare la gioia del cuore e la fraternità; sarebbe opportuno cantare l'antifona alla comunione, se non si esegue il canto i fedeli recitano in coro l'antifona; in mancanza del tutto il sacerdote stesso, dopo essersi comunicato recita l'antifona.
- I fedeli che si comunicano con l'ostia in bocca si presentino a mani giunte o almeno non tenendole penzoloni, peggio ancora tenendole in tasca. Se si riceve il pane sulla mano occorre presentarsi con quella sinistra sopra la mano destra, a forma di croce, tenendole in alto tra il cuore e la testa e poi, mettendosi al lato, prendendo con la mano destra l'ostia per metterla in bocca. Se si partecipa a più messe nello stesso giorno ci si può comunicare una seconda volta. Alla presentazione del corpo di Cristo si risponde sempre "Amen". Terminata la comunione si rimane a pregare in silenzio stando o in ginocchio o seduti. Al momento che il diacono o il sacerdote portano la pisside con le ostie consacrate nel tabernacolo tutti si alzano in piedi. Sarebbe opportuno far terminare il canto quando finisce la purificazione. Segue un momento di assoluto silenzio durante il quale ognuno prega per ringraziare Dio.
- Orazione dopo la comunione: quando si alza il sacerdote anche l'assemblea si mette in piedi per ascoltare la preghiera con la quale si chiedono i frutti del mistero celebrato. Il popolo risponde con un "Amen".
Rito di conclusione
- brevi avvisi;
- benedizione: che può essere normale o solenne (in questo caso si risponde, ad ogni invocazione del celebrante, e alla fine, con un "Amen"), durante la quale si china la testa.
- congedo: il diacono o il sacerdote dice "La Messa è finita: andate in pace" o altre forme di concedo riportate sul messale;
- al canto finale partecipa tutta l'assemblea senza muoversi dal posto. Quindi in silenzio e in modo ordinato si esce dalla chiesa, solo dopo che i celebranti sono rientrati in sacrestia.
Diacono Pasquale Esposito
Arcidiocesi di Gaeta
29 agosto 2014
Tags: messa, comportamento